Quesito:
Sono appena riuscito ad imporre alla mia Segretaria una
riduzione d'orario dopo mille traversie e difficoltà. Ho un problema: la mia
Segretaria ha l'abitudine di stare a lavorare fino a tardi, anche se non
richiesta, e di segnare così molte ore di straordinario ovvero ore di
recupero. Io temo che, continuando a segnare ore in eccedenza, la
Lavoratrice possa poi contestare come non reale la riduzione dell'orario di
lavoro e impormi così l'orario a tempo pieno. Come posso difendermi? Grazie
dell'attenzione.
Risposta:
E' chiaro che Lei deve mettere in atto in Azienda una
"strategia" volta a colpire sistematicamente le facili "tolleranze".
In primo luogo, Lei dovrebbe fissare (magari mediante
Codice Disciplinare) la regola secondo cui il lavoro straordinario e il
trattenimento in Azienda oltre l'orario dovuto, in assenza di necessità
funzionale evidente, devono essere debitamente autorizzati dal Datore di Lavoro.
Questa è una prima, possibile, misura anti-abuso.
In secondo luogo, Le consiglio caldamente di inserire nel
testo contrattuale che regola la riduzione d'orario, una clausola per
sterilizzare ai fini contrattuali gli "auto-aumenti" di orario ad
iniziativa della Dipendente.
La clausola potrebbe essere formulata in questi
termini:
Eventuali
tolleranze (dovute eventualmente a fortuite e/o impreviste esigenze personali
e/o organizzative) comportanti il momentaneo incremento/decremento del Suo
orario di lavoro giornaliero/settimanale, non potranno in nessun caso essere
interpretate come consenso tacito per un consolidato aumento/riduzione
dell’orario di lavoro tra le Parti.
Dr. Giorgio Frabetti, Profilo Linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=209819076&goback=%2Enmp_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1&trk=tab_pr
Collaboratore Studio Francesco Landi, Consulente del Lavoro, Ferrara
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