Come si computa il tempo-tuta nell'orario di lavoro? Ho letto interpretazioni giurisprudenziali divergenti e non so come orientarmi.
Risposta:
Il "tempo tuta" non è espressamente disciplinato dalla normativa di legge.
Va comunque ricordato il principio di diritto di cui alla Cassazione nr. 20179/2008: "ove sia data facoltà al lavoratore di scegliere il tempo e il luogo dove indossare la divisa (anche nella sua abitazione prima di recarsi al lavoro) tale attività fa parte degli atti di diligenza preparatoria allo svolgimento dell’attività lavorativa e come tale non va retribuita. Ma se, al contrario, tale operazione è diretta dal datore di lavoro, che ne disciplina il tempo e il luogo di esecuzione, rientra nel lavoro effettivo”.
Questo principio va coordinato con il diritto positivo, il quale ex. art. 01.02°comma lett. a) definisce "orario di lavoro"
"Qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del
datore di lavoro e nell'esercizio della sua attività o delle sue
funzioni".
Quindi, a fare la differenza quale criterio di computo del "tempo tuta" nell'orario di lavoro è la circostanza che, in questa fase, il Lavoratore possa qualificarsi come soggetto al "potere direttivo" del Datore di Lavoro: ad esempio, in adempimento di specifiche obbligazioni, come quelle derivanti dalla normativa di Sicurezza.
Dr. Giorgio Frabetti, Profilo Linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=209819076&goback=%2Enmp_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1&trk=tab_pr
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Collaboratore Studio Francesco Landi, Consulente del Lavoro, Ferrara
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