La trasmissione di atti aziendali da parte del Dipendente
all'Avvocato non costituisce giusta causa di licenziamento, nè motivo per
perseguire penalmente il Dipendente per divulgazione di segreti aziendali.
Lo stabilisce la Corte di Cassazione, la quale, con sentenza
nr. 5179/2014, ha escluso la "giusta causa" di licenziamento, nel caso in cui il
Dipendente abbia "passato" ad un Legale la documentazione aziendale interna per
verificare gli estremi di azione legale.
La "giusta causa" è stata esclusa sulla base della
considerazione che la trasmissione al Legale di detta documentazione esclude
comunque la "divulgazione illegittima" di segreti aziendali, dato che il
Legale-Avvocato è munito di garanzie di riservatezza garantite dalla legge e
dalle norme deontologiche, e dato che, comunque, l'Avvocato è giuridicamente
tenuto ad informare il Cliente (in questo caso, il Dipendente) delle condizioni
rispetto a cui la documentazione di terzi può essere utilizzata in condizioni di
legittimità.
Questa circostanza può escludere l'elemento oggettivo
dell'infrazione, può escludere, cioè, l'offesa al "bene giuridico-segreto
aziendale" tutelato ex. art. 624 CP ed ex. art. 2119 Codice
Civile.
Incombe, però, sempre, in questi casi, la possibilità che la
controparte (Datore di Lavoro) eccepisca contro il Dipendente il dolo di
danno/annientamento, ove il medesimo atto, pur legittimo formalmente (come la
trasmissione di atti aziendali per consulenza legale) appaia sproporzionato e
tale da giustificare un abuso del Dipendente di facoltà e poteri, pur
formalmente legittimi.
Dr. Giorgio Frabetti, Profilo Linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=209819076&goback=%2Enmp_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1&trk=tab_pr
Collaboratore Studio Francesco Landi, Consulente del Lavoro, Ferrara
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