AVVERTENZA

AVVERTENZA:
QUESTO E' UN BLOG DI MERA "CURA DEI CONTENUTI"
GIUSLAVORISTICI (CONTENT CURATION) AL SERVIZIO DELLE ESCLUSIVE ESIGENZE DI AGGIORNAMENTO E APPROFONDIMENTO TEORICO DELLA COMUNITA' DI TUTTI I PROFESSIONISTI GIUSLAVORISTI, CONSULENTI, AVVOCATI ED ALTRI EX. L. 12/1979.

NEL BLOG SI TRATTANO "CASI PRATICI", ESEMPLIFICATIVI E FITTIZI, A SOLO SCOPO DI STUDIO TEORICO E APPROFONDIMENTO NORMATIVO.

IL PRESENTE BLOG NON OFFRE,
NE' PUO', NE' VUOLE OFFRIRE CONSULENZA ONLINE IN ORDINE AGLI ADEMPIMENTI DI LAVORO DI IMPRESE, O LAVORATORI.

NON COSTITUENDO LA PRESENTE PAGINA SITO DI "CONSULENZA ONLINE", GLI UTENTI, PRESA LETTURA DEI CONTENUTI CHE VI TROVERANNO, NON PRENDERANNO ALCUNA DECISIONE CONCRETA, IN ORDINE AI LORO ADEMPIMENTI DI LAVORO E PREVIDENZA, SENZA AVER PRIMA CONSULTATO UN PROFESSIONISTA ABILITATO AI SENSI DELLA LEGGE 12/1979.
I CURATORI DEL BLOG, PERTANTO, DECLINANO OGNI RESPONSABILITA' PER OGNI DIVERSO E NON CONSENTITO USO DELLA PRESENTE PAGINA.




martedì 18 giugno 2013

AUTO-IMPIEGO GIOVANILE? PERCHE' NO?

di SIMONE CAROLI- Giovani: nuove imprese e voglia di reagire.
Tratto da http://blog.jobyourlife.com/giovani-nuove-imprese-e-voglia-di-reagire/lavoro/


nuoveimpreseDisoccupazione, precariato, ma anche nuove imprese che nascono ogni giorno, realizzate proprio dai più giovani. Ce ne parla Simone Caroli, laureato in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Le cause della disoccupazione giovanile in Italia, le riforme tentate e le soluzioni ancora possibili” e autore del blog Urban Youth at Work, dal quale porta avanti i suoi studi sul mondo del lavoro giovanile. 
Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 40% e, secondo alcuni dati, nei primi tre mesi del 2013 sono state aperte 27 imprese al giorno da giovani imprenditori. Simone, questo dato è un indice di reazione da parte dei giovani? Cosa ne pensi di questa situazione?
Tutto vero, in Italia il lavoro subordinato, eroso da contratti atipici o “precari” come si usa dire, appare sempre più come un miraggio per le nuove generazioni, che, piuttosto che svendere le proprie competenze, reagiscono, come hai osservato giustamente, scegliendo di metterle al servizio di se stessi, dei propri progetti e delle proprie idee.
Questo di per sé non è affatto un dato negativo, anzi, è così che negli USA sono nate Apple, Google, eBay, e moltissime altre start up che col tempo sono diventati colossi multinazionali che hanno creato a loro volta posti di lavoro in tutto il mondo.
Ma tra la Silicon Valley e l’Italia le differenze non sono né poche né trascurabili.
Ci manca prima di tutto un “favor” per questo tipo di attività, vale a dire il fatto di vederle di buon occhio, di crederci noi come Italiani. In un paese in cui il “posto fisso” rimane l’aspirazione della maggioranza, una nuova impresa è sempre vista con un certo sospetto, come una “second best” o, per dirla nella nostra lingua, un ripiego accettabile.
Per quanto poi lo Stato si sia sforzato di avvantaggiarla, ad esempio con l’iniziativa delle S.r.l. semplificate “a un euro” (diffuse soprattutto a Roma e nelle città del sud), la tassazione sui profitti d’impresa rimane tra le più alte al mondo e la burocrazia non è certo diventata più agevole.
Inoltre, è molto pericoloso improvvisarsi freelance o imprenditori di se stessi: da una parte il mestiere del freelance è visto come “la nuova disoccupazione” dai detrattori e come un limone da spremere per chi approfitta dei servizi a basso costo di questi ragazzi (magari con l’invidia dei colleghi più anziani che non riescono a competere sul piano dei prezzi); dall’altra parte stanno proliferando iniziative di consulenza e di agevolazione all’avvio di impresa che cercano di lucrare sull’inesperienza dei nuovi imprenditori e sulla loro volontà di apprendere nuove tecniche per essere competitivi.
Ma non è detto che le cose vadano male. L’Italia si sta aprendo a nuovi strumenti di finanziamento, come il microcredito veicolato dal crowdfunding, che permettono un rapporto più diretto e un sostegno più fluido alle nascenti start up. Le possibilità di networking date dalla rete, come i servizi di guest post offerti da blog e siti specializzati, che i giovani imprenditori dimostrano di conoscere bene, permettono di risparmiare sui meccanismi costosi e a volte obsoleti del marketing, facendo del passaparola mediale il nuovo mezzo di promozione. Anche un settore notoriamente vecchio come quello del notariato (vedi l’iniziativa “L’Arancia“) si sta svecchiando presentandosi come intermediario credibile per le nuove generazioni. Uno svecchiamento più che mai necessario!
Una curiosità, pare che a mettersi in gioco siano più le donne che gli uomini e, a giudicare dalla sopravvivenza delle nuove imprese, con risultati più che soddisfacenti.
Insomma, non è presto per dare un primo giudizio, ma abbiamo più di un motivo per sperare che l’autoimpiego dia ottimi frutti.


Nessun commento:

Posta un commento