Quesito: Un lavoratore in mobilità che apra una Partita IVA può conservare l'indennità di mobilità?
Risposta: Sul punto, siamo a raccomandare la massima cautela. Se, da un lato, anche complice la crisi, l'INPS è pervenuta ad orientamenti più compensivi e liberali, dall'altro, la Partita IVA apre un fronte di criticità e problematiche difficilmente gestibili. Di per sè, il lavoro autonomo può coesistere con il possesso dell'indennità di mobilità, perchè lo status del lavoratore in mobilità, ai sensi della Circolare INPS 67/2011, è stata equiparata allo "stato di disoccupazione", che, come tale, non cessa in presenza di redditi di lavoro, anche autonomo, marginali (per il lavoro autonomo, tali redditi corrispondono a € 4.800). L'impressione, però, è che l'INPS, pur non enunciandolo esplicitamente, privilegi, a questo fine, la fattispecie del "lavoro autonomo occasionale", e non al "lavoro autonomo abituale". Il fatto è che il possesso di Partita IVA comporta una serie di oneri di contabilità, scritturazione, fatturazione etc., che rendono certo più oneroso per il soggetto giustificare il possesso di redditi scarsi (il Professionista abituale almeno mette in conto di guadagnare quanto spende; ricordiamo, infatti, che le spese della Partita IVA sono deducibili...). La situazione, in sè stessa equivoca, può mettere l'INPS in sospetto e rendere dubbio il mantenimento dell'indennità. E' da ricordare che l'indennità di mobilità può essere corrisposta in un'unica soluzione in caso di apertura di un'attività autonoma da parte del lavoratore in mobilità.
Dr. GIORGIO FRABETTI,
STUDIO LANDI, FERRARA
STUDIO LANDI, FERRARA
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