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sabato 12 gennaio 2013

MEDIAZIONE IN AMBIENTE DI LAVORO: PERCHE' HA SUCCESSO NEGLI STATI UNITI E COME PROMUOVERLA IN ITALIA


AVVERTENZA: Pubblichiamo un pregevolissimo contributo di Giuseppe Leone,  Mediatore per le Poste Americane (United States Postal Service) e Capo Progetto di Virtual Mediation Lab (Laboratorio Virtuale di Mediazione), un progetto pilota della Association for Conflict Resolution – Hawaii Chapter http://goo.gl/0Jeix dedicato all'importanza della Mediazione, come metodo alternativo di risoluzione delle controversie di lavoro. Una scommessa difficile, se non ardua e utopica, in un universo, come quello lavoristico, fisiologicamente caratterizzato da scarsità di risorse e quindi molto soggetto ad un tasso di elevata conflittualità.


Qui negli Stati Uniti, la mediazione in ambiente di lavoro (per esempio, per controversie tra capi reparto e impiegati/operai) e' molto diffusa per motivi sia strategici che economici.

1 - Motivi Strategici
Parecchie aziende, grandi o piccole che siano, ritengono che non solo e' giusto trattare tutti (dirigenti, impiegati e operai) allo stesso livello, ma e' anche utile. Idee buone e innovative per ridurre costi o per lanciare prodotti/servizi nuovi possono venire a tutti – dal dirigente piu' anziano all'operaio che e' stato appena assunto. E percio', un modo chiaro per dimostrare che in una azienda tutti I dipendenti sono importanti e meritevoli di essere trattati con attenzione e rispetto, e' proprio quello di fare intervenire una terza persona, neutrale e indipendente, ogni volta che c'e' un conflitto per esempio, tra un capo reparto ed un operaio oppure tra due capi reparti, e cosi' via.

Tale approccio “imparziale” ha ovviamente effetti positivi non solo su chi altro in quella azienda ci lavora (e sta a guardare come essa gestice conflitti e incoraggia idee nuove), ma anche su chi sta pensando di andarci a lavorare.

2 - Motivi Economici
Quali aziende possono permettersi il lusso di spendere tempo e denaro per risolvere controversie di lavoro in tribunale? Davvero poche. E percio' l'idea di affidare ad un mediatore esterno l'incarico di cercare di risolvere una controversia tra due dipendenti quanto prima possibile – in pochi giorni o addirittura poche ore - non e' solo buona strategicamete, ma anche conveniente economicamente.

Situazione in Italia
Visto che in Italia il concetto di mediazione sembra essere abbastanza nuovo e percio' esso viene spesso accolto con diffidenza, secondo me, anziche' “parlare” di mediazione a proprietari di aziende, direttori del personale o capi reparto, sarebbe meglio fargliela “vedere” in pratica, di persona – attraverso simulazioni.

Se poi tali simulazioni fossero condotte non solo faccia-a-faccia ma anche online, meglio ancora. Esse diverrebbero automaticamente disponibili a tutti i proprietari di aziende, direttori del personale e capi reparto in Italia – dal Nord al Sud.

Tali simulazioni online di mediazione di controversie in ambiente di lavoro sarebbero utili a tutti. 

I mediatori avrebbero la possibilita' sia di fare esperienza con quel tipo di casi, che di vedere e mettere alla prova metodi di mediazione completamente diversi: per esempio, il metodo di mediazione trasformativo, usato da anni per il progetto di mediazione per le Poste Americane.

Analogamente, proprietari di aziende, direttori del personale e capi reparto avrebbero la possibilita' di vedere, toccare con mano, capire subito cosa e' la mediazione, come funziona, e perche' essa ha senso per le loro aziende.

Mi auguro che qualche organismo di mediazione in Italia possa essere interessato a realizzare un tale progetto, preferibilmente in collaborazione con una associazione di direttori del personale. E se avete delle domande, commenti o suggerimenti, saro' lieto di rispondervi o attraverso questo gruppo LinkedIn, oppure direttamente via email - http://goo.gl/g9AHY

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