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mercoledì 2 aprile 2014

STRETTA A COLLABORAZIONI A PROGETTO E FINTE PARTITE IVA: CAMBIARE TUTTO, PER NON CAMBIARE NULLA?

 "Il ricorso a contratti di collaborazione a progetto o a partite IVA" - sottolinea il Ministro del Lavoro - "è legittimo quando sia giustificato da ragioni oggettive legate alle esigenze produttive ed organizzative delle aziende che vi ricorrono; non lo è quando viene fatto per mascherare un rapporto di lavoro subordinato e per evitare possibili contenziosi, sfuggendo agli obblighi previdenziali ed assistenziali verso il lavoratore che viene così a trovarsi in condizioni di precarietà, con scarse tutele e pressoché inesistenti prospettive di stabilizzazione". "Una prassi tanto più ingiustificata adesso considerando che le modifiche apportate alla regolamentazione del contratto a termine rendono molto più agevole il ricorso a questa tipologia che mentre 'mette al riparo' l'imprenditore dal rischio di contenziosi garantisce al lavoratore le stesse tutele del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La stessa filosofia ha ispirato le modifiche al contratto di apprendistato per renderlo effettivamente lo strumento principale per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro".
Ma spaventa così tanto questa "minaccia" del Ministro?
Vediamo in dettaglio.
Iniziamo dal passaggio sulle "finte Partite IVA": sono da combattere se fraudolentemente occultano lavoro subordinato, ma sono da salvaguardare-dice il Ministro- se rispondono a esigenze organizzative dell'Azienda... Peccato la legge Monti-Fornero (unico riferimento per gli annunciati controlli, evidentemente!) non dica questo! La legge 92/2012 pare, al contrario, ancorare le verifiche a requisiti personali: l'assenza di certi margini reddituali (1,25 il minimale INPS Commercianti), l'assenza di pregressa professionalità o di riconosciute competenze di grado elevato, l'assenza di fatture diversificate, la "monocommittenza" etc.
Da dove sbuca questo riferimento alle "esigenze tecnico-organizzative" delle Aziende? Non si capisce proprio ...
Perchè delle due l'una: o il Ministro è consapevole e cosciente di quello che ha detto, e allora occorre dare atto che ha sposato una lettura "riduttiva" delle ispezioni sul finto lavoro autonomo ... non vi è chi non veda, infatti, che se diventa dirimente, ai fini della valutazione della genuinità del lavoro autonomo, la "funzione aziendale" del contratto, potrebbero legittimarsi contratti autonomi monocommittenti, con fatturazioni non conformi ai margini di legge etc. ... Una interpretazione ultra-flessibile del lavoro autonomo, che smentisce platealmente lo spirito ben più restrittivo della Monti-Fornero. Oppure, il Ministro ha sbagliato, ha lanciato uno slogan, informandosi solo approssimativamente della legislazione vigente ... Difficile dirlo! Difficile pensare che un Sindacalista non sappia quello che dice, da una Cattedratica come la Fornero avremmo potuto aspettarcelo, ma da Poletti ...
L'impressione è che la "sfuriata" contro il "finto lavoro autonomo" sia l'ennesimo slogan partorito per "spaventare le passere", e ... accontentare tutti!
E come si fa ad accontentare tutti in Italia? Grazie alla "neolingua" del fumoso, del linguaggio addomesticato, che piace a tutti, pare andare in tutte le direzioni, ma non risolve nulla. Come negare che questa fumosa affermazione non può che piacere alla CGIL per il suo tono (apparentemente) perentorio; e piacere contemporaneamente ai centristi della maggioranza, specie gli alfaniani, che ieri, per bocca del Sen. Schifani, hanno addirittura chiesto l'abrogazione della legge Monti-Fornero, in sintonia addirittura con le richieste leghiste.
Il Ministro, scavalcato a sinistra (PD-CGIL) e a destra (NCD) contemporaneamente, ha cercato un punto di labile equilibrio ...
Siamo all'ennesima variante del "cambiare tutto, per non cambiare niente".
Loro chiacchierano; e noi paghiamo ...

 Dr. Giorgio Frabetti, Profilo Linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=209819076&goback=%2Enmp_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1&trk=tab_pr 

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