CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI? PRESCRIZIONE DEI CREDITI DI LAVORO PIU' SFAVOREVOLE PER IL DATORE DI LAVORO ... FLASH

Un ottimo contributo di analisi offerto da CARMELO ROMEO a Il Lavoro nella giurisprudenza (3/2016) ci riporta alla annosa problematica della prescrizione dei crediti derivanti da rapporti di lavoro.
Su questa, sembrano determinarsi significative ripercussioni sui cd “contratti a tutele crescenti” che, a partire dal 7/3/2015, scontino, per la tutela da licenziamenti illegittimi, il regime di tutela cd “indennitario”, in luogo del vecchio art. 18 l. 300/70.
Come noto, a causa di una intricata stratificazione di pronunce da parte della Corte Costituzionale (sent. 63/1966), la decorrenza della prescrizione da crediti di lavoro segue un doppio binario: la prescrizione (di norma, 5 anni), cioè, decorre non dalla maturazione del credito di lavoro, ma dalla cessazione del rapporto; la prescrizione, invece, decorre dalla maturazione del credito, solo laddove sia garantita una “tutela reale” del posto di lavoro (ossia l’art. 18).
Il Tribunale di Milano, con sentenza 3460/2015, pur con riguardo ad una casistica relativa alla legge 92/2012, ha fissato un principio di grande rilevanza per i “contratti a tutele crescenti”: secondo il Tribunale, il restringimento dei casi di applicabilità dell’art. 18 e la tendenziale generalizzazione della tutela indennitaria comporterebbero l’automatica decorrenza della prescrizione dei crediti di lavoro non dalla loro maturazione, ma dalla cessazione del rapporto. Per la generalità delle imprese, pertanto, attesa la generalizzata riduzione applicativa dell’art. 18, questo pare il diverso e più sfavorevole, regime delle decorrenze della prescrizione. Questo è ancora un orientamento giurisprudenziale di primo grado, che deve, evidentemente, consolidarsi.
Certo, questa interpretazione è attualmente la più coerente con le regole vigenti e la sua ricaduta (sfavorevole) sulla prescrizione dei “contratti a tutele crescenti”. Restiamo a disposizione per aggiornamenti