giovedì 15 maggio 2014

IL "LAVORO NERO" DEL MINORE

            Quesito In un ristorante, il figlio sedicenne del Titolare è “scoperto” dagli Ispettori, mentre è intento a servire ai tavoli come Cameriere. Non risulta iscritto a libro paga, né soggetto a comunicazione al Centro per l’Impiego, né risulta autorizzato al lavoro. L’Azienda si difende asserendo che il ragazzo collabora, di tanto in tanto, alla conduzione dell’Azienda e non percepisce nulla. Chi ha ragione?

            Risposta: Nella fattispecie in esame, versiamo in una situazione tale per cui nessun Ente o Istituto Pubblico (DTL, INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate) sarebbe stato in grado di venire a conoscenza della presenza di detto lavoratore, nemmeno nella forma della comunicazione INAIL ex. art. 23 DPR 1124/1965 prevista per i Coadiuvanti familiari.
            Ma se i rapporti di parentela possono forse giovare all’Azienda nel senso di evitare la configurazione di lavoro subordinato, resta la circostanza che nella fattispecie è impiegato un minore senza autorizzazione al lavoro. Ciò determina l’impossibilità di prosecuzione/regolarizzazione del rapporto e l’applicazione delle relative sanzioni amministrative.

 Dr. Giorgio Frabetti, Profilo Linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=209819076&goback=%2Enmp_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1_*1&trk=tab_pr 


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