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venerdì 11 gennaio 2013

COCOPRO DA 06 ANNI: COME USCIRNE?


Quesito:
Sono anni che l'Azienda con cui lavoro mi nega il contratto a tempo indeterminato.
Dopo 6 anni di cocopro, con cui ricopro il ruolo di Direttore, mi trovo in servizio con un ulteriore contratto cocopro triennale.
Ho aperto vertenza, mandando avanti la mediazione dei miei legali; il datore di lavoro nel frattempo sta attenzionando i miei colleghi per esautorarmi indirettamente della sua autorità
Cos'altro potrebbe accadermi? 

Risposta:
Di per sè, la protrazione del rapporto di collaborazione coordinata non costituisce elemento di illegittimità della cocopro, se frattanto il Collaboratore abbia svolto "professionalità elevate".
Tali sono le "professionalità" dirigenziali.
E' evidente che occorre passare attraverso una negoziazione con l'Azienda e che nel quesito non è possibile esprimere un'opinione definitiva.
Mi permetto solo alcuni spunti, tracce di riflessione.
Nel quesito non emerge, ma si deve ricordare che, se Lei lavora con un'Azienda con sede all'estero, si può ipotizzare che l'Azienda abbia utilizzato la cocopro per usufruire di normative lavoristiche più favorevoli che non trova in Italia. Occorre, a questo punto valutare, con attenzione il divario complessivo di tutela che si viene a creare, e a questo fine può essere utile per il Lavoratore valutare cosa "mancherebbe" se nei suoi confronti fossero applicate le norme ex. D.lgs. 72/2000 del "distacco comunitario" (se la Ditta è UE).
Occorre poi valutare con attenzione i possibili profili di danno previdenziale: molto sensibili, ad esempio, in un lavoratore a fine carriera, molto vicino al traguardo pensionistico, rispetto a cui la cocopro potrebbe essere davvero un danno.  
Ma sempre con riguardo al profilo previdenziale, consideriamo un dato.
Se la Ditta Committente è estera, non potrebbe convenire farsi assumere direttamente all'estero con normative e contributi gestiti secondo la normativa estera, salvo poi farsi distaccare di volta in volta in Italia o dove fosse utile?
La soluzione presenta, come noto, dei rischi, ma va valutata con attenzione, specie in relazione all'eventuale differenziale positivo di tutela che l'assunzione secondo un sistema previdenziale estero può offrire (occorre sul punto vedere anche eventuali Convenzioni di Sicurezza Sociale), anche in relazione ad eventuali tutele sociali aggiuntive (es. maternità, famiglia), ovvero a forme di tutela pensionistica integrativa.
Di più, non ci è consentito di dire.
In bocca al lupo.

Studio Francesco Landi,
Consulente del Lavoro in Ferrara

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