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sabato 8 settembre 2012

IL LAVORO NEL MONDO DELLA SCUOLA: MONTI, PROFUMO, AVETE TOPPATO! UNA TESTIMONIANZA DAL MONDO DELLA SCUOLA

AVVERTENZA: Dietro gentile autorizzazione, pubblichiamo la testimonianza-denuncia di Francesca Lorenzoni (pubblicata nel Gruppo FB Io Sostengo Monti) sullo stato di grande difficoltà in cui versa la Scuola italiana, in balìa della schizofrenia dei poteri pubblici che ora assumono indiscriminatamente, ora tagliano. Ma intenzione del Ns. Blog non è far politica, quanto avviare, tramite questa incisiva ed efficace testimonianza, una riflessione sull'uso distorto della contrattualistica e degli istituti lavoristici (nell'ambito della flessibilità in entrata, ma non solo), e quanto essi siano fonti di discriminazioni, sperequazioni. Siamo ad uno stato di assoluta mancanza di governance della scuola, di un'Istituzione, che, se destinata al declino, determinerà il declino dell'Italia intera e delle future generazioni.


Ho sostenuto questo governo per ragioni di opportunità e serietà. Di fatto lo faccio ancora per gli stessi motivi, non credo che in questo specifico momento ci sia un'alternativa migliore.  Se penso agli anni berlusconiani, nei quali tutto sembrava permesso e dovuto, nei quali ci siamo avvicinati in termini materiali e morali alle peggiori pseudodemocrazie, continuo a sostenere Monti.  Per la sobrietà e la serietà con la quale svolge un compito certamente difficile potendo contare su un'assemblea dequalificata.  Tuttavia, ricordo bene il suo discorso d'insediamento nel quale più volte è riecheggiata la parola equità. Un'equità che io vedo poco:  non l'ho vista sulla questione degli esodati e non la vedo nemmeno nelle vicende relative alla scuola.  Gli errori e le approssimazioni del ministero Profumo sono sotto gli occhi di tutti: il concorso per dirigenti prima e la farsa scandalosa della vicenda tfa poi ne sono un esempio, non l'unico, lampante.  Se ciò non bastasse ecco che la spending review interviene nel settore istruzione stabilendo che:   1) non si debbano pagare le ferie maturate al personale a tempo determinato della scuola, norma che contravviene al dettato costituzionale (art. 36); 2) che il personale soprannumerario debba esser impiegato in qualunque disciplina possibile, anche se non in possesso della relativa abilitazione.  Mi astengo invece dal condannare l'ulteriore norma che prevede l'utilizzo del personale inidoneo in ruoli amministrativi perché la considero corretta.  Prima che mi si accusi di statalismo ad oltranza (che è quanto di più lontano dalla mia sensibilità), voglio ricordare che la scuola, negli ultimi tre anni, ha lasciato sul piatto ben 10 miliardi di euro di risparmi camuffati da riforma.  Di questi 8 provengono dal licenziamento di 140000 persone (legge 133 del 2008) e 2 dai risparmi derivanti dalla mancata corresponsione degli scatti di anzianità al personale di ruolo.  Intendiamoci, nella scuola ci sono margini di risparmio e di miglioramento, solo che non si è voluto intervenire su questi lasciando che meccanismi farraginosi e antistorici regolino ancora il funzionamento della macchina scolastica.  E proprio questo era ciò che io mi aspettavo da un governo tecnico.  Avrei voluto l'introduzione dell'art. 18 (vedete come sono statalista io che appoggio la proposta Ichino) anche per il settore della PA e il rinnovo dei meccanismi che regolano le disposizioni sul personale, e invece ecco che mi trovo di fronte a questa buffonata mediatica che è la campagna sul concorso.  Sembra quasi che il ministro non sappia che nella scuola italiana il “posto” non esiste, pare aver tralasciato (l'ha mai saputo?) che chi viene assunto con un determinato profilo molto spesso non vi rimane a lungo.  Le graduatorie per le scuole medie di I e II grado sono oberate di iscritti anche perché chi ha avuto accesso ai ruoli, in una  percentuale non trascurabile, c'è arrivato scegliendo la via più breve, con buona pace della qualità. Per capire il funzionamento bisogna che ai non addetti si spieghi il concetto di mobilità:  c'è quella verticale, che consiste nel passaggio di ruolo da un ordine inferiore al superiore, così chi è stato assunto, magari trent'anni prima, nella scuola materna, appena si libera un posto chiede e ottiene di passare alla scuola superiore, con relativo aumento di stipendio,  per insegnare una materia che non ha mai insegnato;  per farlo basta un'abilitazione, magari conseguita quindici anni prima con un corsetto riservato; c'è poi la mobilità orizzontale: sempre in virtù del possesso dell'abilitazione si chiede il passaggio di ruolo da una disciplina ad un'altra, dell'esperienza nella posizione non interessa niente a nessuno.  Così si cerca di entrare nella scuola dove c'è più possibilità di lavoro, ad esempio  nella scuola dell'obbligo o sul sostegno, e poi, voilà, si fa la magata che consente di superare l'ostacolo della gavetta. Un'ultima parola, infine, sulla dinamica delle assegnazioni provvisorie che funzionano secondo lo stesso meccanismo e che ogni anno tolgono posti a insegnanti a tempo determinato qualificati e con esperienza specifica, per crederci basta vedere gli elenchi dei posti disponibili in qualunque provveditorato.  Tutto ciò, ovviamente, con buona pace delle continuità didattica.  
A questo punto, dopo aver ringraziato chi ha avuto la pazienza di leggere, credo siano chiare le ragioni per le quali, a questo punto, preferisco non rimanere in un gruppo che si chiama “io sostengo Mario Monti”.  Mi sembra una contraddizione rispetto alla delusione e all'amarezza che provo per ciò che si poteva fare e non si è fatto preferendo scegliere la via facile del fumo negli occhi.

Francesca Lorenzoni



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